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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Bad Monkeys - Matt Ruff

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Era il 2007, forse 2008, non ricordo. Stavo cazzeggiando alla Feltrinelli, quella vera che sorgeva in cima in via XX Settembre, non quella cazzata di adesso in via Ceccardi che al posto dei libri e a scapito dei libri, soprattutto, vende cornici, vernici e altre inutilità del genere e che, proprio a scapito dei libri, nonostante i locali di dimensioni inenarrabili, niente meno che l’ex cinema Universale, ha lasciato a casa qualcosa come diecimila titoli nel trasloco. Almeno così mi avevano confessato le mie fonti ai tempi. Stavo in quel periodo revisionando uno dei miei romanzi, uno scritto in prima persona, come qualche lettore mi aveva fatto notare. Prima persona, terza persona, cazzate del genere non le avevo mai prese in considerazione, scrivevo per quello che mi sentivo, se era una storia che potevo narrare personalmente lo facevo, altrimenti mi affidavo a un alter ego, senza pensare effettivamente se volessi nascondermi dietro il personaggio, dargli semplicemente voce o interpre

Tom Wolfe & Byung-Chul Han

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Cos’hanno in comune Tom Wolfe e Byung-Chul Han? Tecnicamente non molto, il primo è un famosissimo scrittore, giornalista, saggista e critico, noto ai più per i suoi: Il Falò delle Vanità e Radical Chic.   I l secondo è un filosofo sudcoreano che vive e insegna a Berlino e che ha pubblicato molti saggi alcuni dei quali tradotti anche in Italia. Non so se i due si conoscano personalmente, non credo, ma entrambi hanno scritto un paio di libri (di saggi a dire la verità) che insieme spiegano molto bene lo stato attuale delle cose. Se spesso vi siete domandati come mai l’essere umano, allo stato attuale, sembri essere ormai così privo di dignità, valori, insofferente e talmente disinformato e stupido da attribuire la causa del proprio disagio a chi sta peggio di lui; come mai si sottometta a lavori inebetenti, svendendo i propri diritti, regalandoli addirittura, in cambio di una parvenza di sicurezza; come mai consenta a una classe politica di fare tutto ciò che vuole senza vergogna, accet

Holden & Company. Peripezie di letteratura americana da J. D. Salinger a Kent Haruf - Luca Pantarotto

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Holden & Company - Peripezie di letteratura americana da J.D. Salinger a Kent Haruf. Luca Pantarotto - Aguaplano Edizioni C’era un volta un blog, c’era una volta un blogger e c’era un volta una casa editrice appena un po’ hipster (perlomeno per quanto riguarda l’estetica del libro in questione). Il blogger lo conosco. Appena, ma lo conosco. È un addetto ai lavori, è il Social Media Manager di NN Editore, quindi gli chiedo l’amicizia su Facebook. Su Facebook, a parte gli amici reali: persone dotate di un’entità fisica e materiale con cui più o meno spesso mi rapporto, chiedo amicizia solo ai lavoranti del settore editoriale per avere input sul settore in questione, comprendere meglio come funzionano le cose e restare informato grazie a persone informate. Il Pantarotto (mi piace chiamarlo così per una sorta di confidenza acquisita forse anche solo unilateralmente sul web) mi risulta subito simpatico per via dei suoi post che denotano una bella cultura sull’argomento

Tibetan Peach Pie - Tom Robbins

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Fernanda Pivano lo definì: Il più pericoloso scrittore vivente . Se non lo conoscete o, peggio ancora, non lo apprezzate, beh, fareste meglio ad alzare i tacchi e tornare a dedicarvi a una di quelle stronzate da premio Strega che siete soliti leggere: inutili romanzetti scritti col culo da addetti ai lavori, visto che quasi nessuna grande casa editrice ormai lascia più scrivere i suoi romanzi ad autori veri e propri, preferendo affidare il lavoro ai propri editor o impiegati, o scambiandoseli a vicenda, prestandoseli, così da eliminare nel meccanismo produttivo qualsiasi voce nuova, anticonformista, scomoda magari o semplicemente diversamente professionale. Inutile dirlo ma lui è esattamente questo, una voce fuori dal coro, anticonformista, psichedelica, ironica, garbata, visionaria, musicale, poetica. Certo per goderne appieno bisognerebbe avere la possibilità di leggerlo in lingua originale, per rendersi conto dell’immane lavoro di cesello con cui rifinisce ogni sua frase, ma mi

Castaneda, uno splendido imbroglione

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Quando si parla di Castaneda mi tornano sempre in mente i Pink Floyd, forse non hanno molte cose in comune, ma i pivelli di mezzo mondo ne hanno avuto bisogno durante i primi cannoni. Se c’è qualcuno che ai primi sballi non s’è ascoltato tutto Ummagumma in cuffia, si faccia avanti. Quello che mi verrebbe da pensare adesso è: che palle… Ovviamente sono cresciuto e i Pink Floyd li porto nel cuore, come tutte le storie, anche quelle finite male, ma sono andato oltre scoprendo nuove realtà. Ho capito che la musica creata da architetti non mi soddisfa. Non anelo più le sonorità stabili, con fondamenta ben strutturate, mura resistenti e tetti a prova di bomba… Ora preferisco mettermi in gioco tra le sabbie mobili di un cambio zappiano o nelle dissonanze jazzistiche di un assolo bop, di quelli che ti conducono in alto, sempre più in alto, a rimandare il più possibile l’inevitabile orgasmo della risoluzione. Forse è a causa questo cambiamento che non me la sento più di difendere Castaneda

I Vagabondi del Dharma - Jack Kerouac

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I vagabondi del Dharma è un libro d’ispirazione religiosa, Kerouac, insieme ai suoi amici, protagonisti della scena beat americana, è alla ricerca di una nuova verità rappresentata dal Dharma dei buddisti. Il Dharma è un concetto molto difficile da esprimere in poche righe, una sorta di legge della natura, di stato in cui le cose sono, di fine ultimo dell’universo. Questa ricerca - sconfusionata ma autentica - parte dai fumosi locali jazz di North Beach, tra grandiose bevute e jam session di musica e parole, per passare attraverso l’esaltante scalata del Matterhorn assieme a John Montgomery e Gary Snider - che tra l’altro è un famosissimo studioso e ambientalista americano, purtroppo poco tradotto nel nostro paese - le meditazioni notturne nei boschi - nei pressi degli scali merci dove l’autore era solito acchiappare al volo il proprio passaggio - o su qualche spiaggia solitaria... per arrivare poi - passando anche attraverso qualche orgia rituale d’ispirazione orientale - alla g